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Quel blog laggi nel far-west

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C’è un blog laggiù nel far-west

dove spopolano i poeti dell’est,

l’importante è desinare in oskj

con la solidità del Monte dei Paschi,

l’obiettivo è rasar sottoboschi

il risultato è raccoglier falaschi.

 

C’è un blog laggiù nel far-west

dove ogni giudizio è un pap-test,

sono fermi, nei loro dibattiti estetici, a Marx e Heidegger

che è come assegnare una riforma liturgica a Ratzinger,

in fondo, entrambi, in gioventù, indossarono la stessa uniforme

la chiarezza di un Valerio Magrelli mette tutti in allarme,

il modello è lo stile oggettivo di un Tranströmer

bravissimo a trasformare un negro in afrikander,

e scusatemi il politically-scorrect, come affermò il famigerato lucciola,

a Milanabad il nero è negher e la lümaga è chiocciola,

mi auguro di non finire come Emilio Villa

a scrivere in francese su imbeccata d’una Sibilla.

 

Oramai, oramai, oramai

serve un nuovo job act a levarci dai guai,

un’assunzione a tempo determinato che dura dieci giorni

lo scriviamo sul blog e i successi si trasformano in scorni,

o l’insuccesso si trasforma in successo

basta che il blogger di turno sia seduto sul cesso

a deliziarci delle sue deliziose cagate

oddio, come riesce un’ombra a darci risposte illuminate?

 

                     [Cherchez la troika, 2016]

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